C’era un vecchio cantastorie
Una serata colma di emozioni forti, “colorate” dalle luci delle diapositive proiettate nel buio dell’auditorium Puccini di Adro, ieri, con un concerto ricco di brani, storie, curiosità, malinconie, e felicità che si alternavano fra un brano e l’altro trasportando lo spettatore ora nella Parigi all’epoca dei primi incontri culturali e artistici “poveri” fra filosofi, poeti, giocolieri, cantanti, “suonatori” di strada, pittori, …ora nella Berlino di “Lili Marlene”, il famoso brano che, nato come “canzone di una giovane sentinella” durante la guerra del 15/18, fece il giro del mondo ancora quando dopo un ventennio, nel periodo bellico Nazista, Marlene Dietrich “l’angelo azzurro” la portava ai soldati divenendo la canzone sia dei Tedeschi che degli Alleati al fronte. Il passaggio dalla vita bohèmienne della Parigi di fine Ottocento, i café chantant, le Chat Noir, le Mouline Rouge, Montmarte e dagli chansoniers al varietà italiano, l’avanspettacolo, e ancora da Petrolini, Totò e Fabrizzi, sino allo spettacolo televisivo con la commedie musicale di Garinei & Giovannini. Il cinema in bianco e nero che immortalava nelle colonne sonore, temi astorici come “Eternamente” dal film Luci della ribalta,”la violetera” dell’indimenticabile scena della fioraia in Luci della città, “Smile” “Titina” in Tempi moderni di Charlie Chaplin o “come pioveva” in “mio figlio professore” con Aldo Fabrizi.
Nel 62 usciva Rugantino di Garinei & Giovannini, la commedia musicale per il teatro e successivamente anche per la Televisione con Nino Manfredi, Bice Valori, e il già citato Aldo Fabrizi. Le musiche erano di Armando Trovajoli fra le quali la dolcissima “ciumachella de Trastevere” e l’indimenticabile “Roma non fa la stupida stasera” dove protagonista diventa la stessa eterna città di Roma che, durante la “festa dei lanternoni”, deve “di de si” ai desideri del giovane Rugantino e “dì de no” ai timori della bella Rosetta.
Uno spettacolo a tutto tondo, per ripercorrere quello che è stato il cambiamento dell’artista popolare tra l’ottocento e il Novecento: dalla strada al caffè concerto, al varietà nei teatri, alle prime trasmissioni radio sino all’avvento di quelle televisive.
La musica, il canto e la recitazione si fondono ricreando la goliardia di un cafè chantant, le scintillanti atmosfere del varietè, la sacralità e la drammaticità dei sentimenti della gente comune, prima, durante e dopo la guerra, i tempi pionieristici dell’EIAR e dei successivi programmi Rai.
La narrazione era affidata a Giulio Pedrini, la voce solista a Elisabetta Martinelli coadiuvata da coretto di bambini accompagnati dagli strumenti. Il concerto è stato ideato e arrangiato da Giampaolo Botti.
Roberto Premoli