Sala colma durante gli appuntamenti di Suoni e Armonie svoltisi la scorsa settimana.
Bravissimi i piccoli allievi che con le loro esibizioni e vestiti a tutto punto, hanno affrontato chi più chi meno spavaldamente la
salita della scaletta che porta dritta al pianoforte (gigantesco per loro). Anche i più timidi hanno superato la prova del pubblico grazie soprattutto alla simpatica Signora Riva che da anni è presente per condurre la serata. Con fantasia e garbo riesce sempre a spezzare l’atmosfera di ghiaccio iniziale e infondere un senso di festa , quest’anno arricchita ulteriormente da una sua improvvisata esibizione canora. E’ giunta poi la parte riservata ai corsi medi e superiori, ragazzi in giovane età mettersi alla prova con brani del repertorio pianistico, come valzer di Chopin, Notturni, Polacche, Preludi, Granados, Beethoven, Schubert, Bach…con i quali si è potuto notare il progresso tecnico, musicale e il percorso svolto dai giovani durante il corso dei loro studi.
Venerdi 23 il recital pianistico dedicato a Schubert, Schumann e Chopin con un’unica eccezione: la ballata in sol minore op. 118 di Brahms. Mattia Colnago, Alessandro Maffi, Stefano Colombi, Francesco Furore e Marco Grassi al pianoforte per circa 45 minuti con brani celebri di questi autori, fra cui gli improvvisi dell’op. 90 e 142 di Schubert, i notturni in Re bemolle op.27 e in Fa maggiore op.15, la polacca in Fa # minore op. 44 di Chopin.
Nella seconda parte del concerto è intervenuto Stefano Donatelli, che ancora una volta dopo il successo dello scorso anno, sempre a Suoni e Armonie, riconferma la sua abilità lasciando intravedere la tenacia con cui affronta lo studio dei brani del repertorio pianistico più insidioso.
Stavolta erano gli Studi Sinfonici op. 13 di Schumann ad essere interpretati; un tema in Do # minore seguito da 11 studi (variazioni) e il finale.
Come sempre non sembrano esserci esitazioni, tutto ben detto e chiaro, dai pesanti accordi con gli accenti ritmici “sfasati”, al canone di ottave e accordi; tutto quanto di particolareggiato e indicato sullo spartito, tutto quanto rende difficoltosa la realizzazione di un passo e la complessità del gioco fra le due mani tipico della scrittura di Schumann. Ogni studio riportato all’uditorio, evidenziando la sorpresa e la colorita differenza che Schumann pone da una variazione all’altra. Sorpresa che ha raggiunto il punto più alto nel gran finale, una conclusione tutta alla “Davidsblundler” col tipico slancio eroico che caratterizza spesso i finali come il Carnaval e altro. Dopo il susseguirsi ininterrotto di tutti gli studi Sinfonici ber oltre 25 minuti di musica, la sala pressochè colma con il pubblico catalizzato, esplode in applausi ripetuti costringendo Stefano Donatelli a rientrare più volte.
Giampaolo Botti